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Operazione "Dirty Oil"

Contenuto a cura
dell'Avv. Fabrizio Gallo
Data creazione: 31 May 2021
Data ultima modifica: 31 May 2021

La Guardia di Finanza di Catania ha sgominato un’associazione a delinquere internazionale che presumibilmente riciclava gasolio libico rubato dalla raffineria libica di Zawyia, a 40 km ovest di Tripoli, trasportato via mare in Sicilia con stoccaggio ad Augusta per poi essere immesso nel mercato italiano ed europeo.

Sei gli arresti (3 in carcere e 3 ai domiciliari): due sono maltesi, due libici e quattro italiani. Altri tre libici sono ricercati. Uno è detenuto nel suo Paese.

Dopo il furto il gasolio veniva scortato da milizie libiche e portato in Sicilia e poi immesso nel mercato italiano e europeo mediante una società maltese.

Secondo la Procura di Catania, il gasolio libico – trafugato dalla compagnia petrolifera nazionale della Libia, riciclato e immesso, all’insaputa dei consumatori finali, anche presso distributori stradali – è un carburante avente tenore di zolfo minore di 0,1% ed è destinato al “bunkeraggio” ossia al rifornimento, in ambito portuale, di carburanti o di combustibili ad unità navali.

Il prodotto in questione, dopo miscelazioni presso uno dei depositi fiscali di una società Italiana ubicata ad Augusta, Civitavecchia e Venezia, veniva immesso nel mercato italiano ed europeo.

L’associazione criminale secondo il costrutto dell’Ufficio di Procura, mirava ad acquisire la disponibilità di un flusso continuo di gasolio libico ad un prezzo ribassato rispetto alle quotazioni ufficiali (in alcuni casi anche fino al 60%) così garantendo alla società italiana acquirente un margine di profitto costante e più elevato.

Gli ideatori del lucroso affare internazionale, al fine di ostacolare la ricostruzione dei passaggi materiali, documentali e finanziari sottesi al commercio di gasolio, hanno costruito un variabile sistema di società, a più livelli, poste fittiziamente tra venditori e acquirenti finali. La frode è stata attuata mediante il ricorso a falsa documentazione attestante inizialmente l’origine Saudita del gasolio “libico”.

Attualmente il processo, in fase ordinaria, è pendente presso il Tribunale di Siracusa ed in questi mesi di metà anno 2021 si è ancora nella fase istruttoria dibattimentale e si stanno sentendo i testi dell’accusa e della difesa.


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